Golino, una regista Madre: il primo corto partenopeo diretto da Scamarcio

Un corto «su una Napoli doppia, multiculturale, sospesa».

Così Valeria Golino descrive Armandino e il Madre, il suo debutto alla regia. «Ho scoperto che fare la regista è un mestiere che mi piace moltissimo» ha spiegato l'attrice al Museo dell’Ara Pacis di Roma, durante la presentazione della mini opera, prodotta da Pasta Garofalo e con la produzione esecutiva della Buena Onda, la società che ha fondato con il compagno Riccardo Scamarcio e Viola Pestrieri.

«Ora penso a un primo lungometraggio da regista - ha aggiunto l’attrice, raggiunta per la prima del corto, fra gli altri, da Luca Guadagnino, Ferzan Ozpetek, Matteo Garrone, Isabella Ferrari, Giuseppe Piccioni, Valentina Cervi, Maria SoleTognazzi -. Stiamo cercando la storia. Per ora non mi vedo in un film diretto da me, mi vengono in mente altri attori. Avrei molta voglia di dirigere Riccardo».

Armandino e il Madre che si potrà vedere sul sito - www.pastagarofalo.it, il 30 maggio alle 20 su La7 e fino a
settembre in 10 sale cinematografiche, è ambientato nel Museo D’arte contemporanea Donna Regina  Madre.

La storia, delicata e divertente, scritta dalla Golino con Valia Santella, ha per protagonista, Armandino "Denis Nikolic, trovato dallaneoregista a Scampia, dopo aver visto mille bambini", uno scugnizzo rom napoletano di 6 anni, messaggero d’amore per il fratello più grande Roberto (Gianluca Di Gennaro), che cerca di riconquistare Sara (Esther Garrel), giovane laureata francese, che dopo un periodo di lavoro nel museo sta per ripartire.

Nal cast anche Iaia Forte. «Quando i responsabili di pasta Garofalo mi hanno offerto il progetto -inaugurato l’anno scorso da un corto di Pappi Corsicato -, ero un po' titubante, avevo paura di dover fare pubblicità, invece mi hanno rassicurato dicendomi che non serviva apparisse neppure uno spaghetto.

Mi hanno lasciato libera, con pochissimi paletti - ha spiegato l’attrice - doveva essere un corto positivo, non più lungo di 10 minuti e ambientato nella città partenopea».

Nel  corto «ci sono due Napoli - ha aggiunto - perchè è una città sempre doppia, astratta e concreta, bianca e nera, un contrasto riflesso dall’architettura e l’arte che si vedono».

Nessun contrasto fra i neoproduttori Scamarcio e Golino? »
No, ho cercato di esserci sempre, ma stando un passo indietro - ha detto Scamarcio -. Ci piaceva l’idea di inaugurare la Buenaonda, che nasce come contenitore di idee, con questo corto.
Mi sono molto divertito a fare il produttore, anche se è faticoso. Per ora invece non mi vedo regista».

Via IlNapoli

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