Canzoni napoletane immortali. Intervista a Peppe Servillo degli Avion Travel

Il cantante della Piccola Orchestra Italiana sarò oggi al Pan per un reading sulla poesia cinese e su Elio Germano affonda: "Oggi tutti fanno battaglie".

Senza la musica degli Avion Travel, nel silenzio e nel buio, oggi Peppe Servillo leggerà dei poeti oscuri cinesi. Al Pan.


Oscuri in che senso?
Per il linguaggio, considerato simbolista. Amano la parola ricercata. Poeti del Novecento, soprattutto: cresciuti negli anni intorno alla rivoluzione culturale, spediti in campagna, e spesso fuggiti, esuli.
Con questo reading si chiude la rassegna al Pan dedicata al mondo delle arti cinesi.

Poesia preferita?
Le hanno scelte per me, ma è stata una bella scoperta. Ho apprezzato una che usava l’immagine di un fossile di pesce, per parlare della letteratura come di qualcosa che si rianima, che viene dal passato.
Erano poesie politiche a modo loro.

Cosa conosci dell'arte cinese?
Poco. Ho apprezzato molti film cinesi, ma sono appassionato da quelli di Hong Kong, che è ex colonia.  Forse andrò in Cina, prossimamente.

Leggi poesie per te stesso?
Qualcosa, in italiano. Mi piace Penna, Ungaretti, Caproni. Qualche volta leggo in teatro, per lavoro. E mio figlio, ora ha 11 anni, ne scrive: mi pare un ottimo esercizio che gli dà la maestra.
Invece non si imparano più a memoria: invece recitandola si percepisce il suono delle parole.
Ma poesia può essere letta, intima, teatrale, declamata.
Eppure, va detto, nasce come fatto musicale e condiviso
.
Hai lavorato molto con altri artisti, riscrivendo cose note, o interpretando cose dimenticate. Cosa esplorate ora?
Frequentiamo il repertorio napoletano, sempre. Può darsi che con gli Avion Tralve faremo un disco da quel repertorio, ancora.
È vero che vanno tante cover e interpretazioni di grandi successi.
Piace al pubblico e piace ai produttori. C’è anche un po’ di paura del nuovo.

Parola preferita?
Mi fece questa domanda un suo collega giapponese, per un programma tv che insegnava l’italiano.
Rispondo come allora. Ragazza, perché definisce una condizione tra due stati. Tra bambini, adulti e adolescenti.

Ha visto i David di Donatello, con la processione di lamantele e grida di dolori del mondo del cinema?
No.

E a cannes, ha sapute delle polemiche per il discorso di Elio Germano, poi censurato, pare?
Non so nulla, no. Ma in questo periodo tutti partecipiamo a delle battaglie.

Di cosa ha paura?
Di quello di cui abbiamo paura tutti, di morire. Non si insegna più a mettere la morte nella vita.
Ci priviamo di una difesa e di un insegnamento.




Intervista a cura di Carlotta Mismetti Capua per IlNapoli

0 commenti:

Posta un commento