Suonare come Maradona

Per la rassegna Napoli Teatro, sabato e domenica al Teatro San Carlo va in scena un omaggio alla carriera calcistica del "Pibe de Oro" sulle note di De Simone.

Il calcio nel tempio della lirica: il Napoli Teatro Festival Italia, nell’anno dei mondiali, rende omaggio al più grande calciatore di tutti i tempi e alla città che lo ha eletto a suo "patrono laico": le gesta del "pibe de oro" saranno trasmesse su un megaschermo al San Carlo, mentre la sua orchestra, esegue una cantata per grande banda e voci maschili di un insigne compositore napoletano, Roberto De Simone.

Unico e universale, sacro e maledetto, eroe, santo e diavolo, muscoli e genio, ricci e follia.

Maradona, insomma. I suoi goal hanno stupito il mondo e sciolto il sangue nelle vene di Napoli, forse perfino quello di San Gennaro, lanciando Partenope nel paradiso delle città per una volta almeno nella vita.

Vederli, e rivederli, quei goal, crea un piacere che non stanca. E allora perchè non unire cultura popolare e cultura alta.

Così è nata l’idea del Napoli Teatro Festival Italia di portare le immagini del "Pibe de oro", ma anche quelle della città impazzita per lui, nel tempio della musica colta, il San Carlo, e affidare alla sua orchestra il compito di eseguire una sorta di colonna sonora, scegliendo la musica di un napoletano illustre, Roberto De Simone: una cantata per grande banda e voci maschili, centone di storia italiana, tra canti di devozione, canti politici e marce militari.

Sarà quasi una "Messa di gloria" celebrata da Napoli nobilissima per il suo santo laico.
I suoi "miracoli" calcistici, dunque, assurgono allo stesso valore che si dà a un quadro e a una scultura, all’Aida di Verdi o alla Tragica di Schubert.

E i due esempi non sono casuali, perchè Maradona, uomo del nostro tempo, è stato inferno e paradiso.

«Quello che faceva con il pallone avrebbe potuto farlo con un’arancia», diceva Michel Platini, altro campione indiscusso.

Ma lo stesso Maradona aggiungeva: «Che gran calciatore sarei potuto essere senza la cocaina».
Amato e odiato, a Napoli ha guadagnato il diritto di sedere accanto alla Madonna e al patrono della città. Attorno alla sua icona la nazione partenopea, senza più distinzioni di classi e ricchezze, si è genuflessa e identificata.

Assieme a quelle immagini scorreranno l’amarcord di una città, i trionfi e le tragedie di un campione e di un popolo, avvinti dallo stesso destino di fantasia e mediocrità, amore e violenza, raffinatezza e volgarità.

Via IlNapoli

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