L'arte di essere povero secondo il ricco Boni

Il Teatro Elicantropo di Napoli affida la chiusura della stagione teatrale 2009/2010, domani alle ore 21 (in replica fino adomenica 2 maggio), al debutto dello spettacolo  l'arte di essere povero, una prima teatrale assoluta dalle memorie di Boniface de Castellane, nella drammaturgia di Massimiliano Palmese.

Presentato da Nuovo Teatro Nuovo e medea.net, la messinscena si avvale dell'interpretazione di Roberto Azzurro, che ne firma anche la regia, e la partecipazione di Antonio Agerola e Marco Sgamato, accompagnati dalle elaborazionimusicali di Peppe Sgamato.

Ne 1925 il conte Boniface de Castellane pubblicò a Parigi   l'arte di essere povero, un libro di memorie che prendeva l'avvio dal divorzio dall'ereditiera americana Anna Gould.

Considerato tra gli uomini più eleganti del suo tempo, in dieci anni di matrimonio, Boni aveva messo alla prova la pazienza della moglie, dilapidandone l'eredità per comprare abiti di lusso, oggetti d'antiquariato, cavalli e castelli, e per costruire quel Palais Rose dove il "Re di Parigi" dette feste che sarebbero rimaste nella storia della Belle E poque.


Eppure, dietro la maschera del dandy c'era in Boni una mente lucidissima. In questa immaginaria conferenza spettacolo, è Boni stesso a esporre le sue idee anticonformiste su politica, denaro, lavoro, cultura, arte, educazione dei giovani.

«Quest'Arte di essere povero - chiarisce il regista - è la conferenza/spettacolo che lo stesso Boni sembra aver messo su, in quegli anni Venti in cui il mondo si disegnava tra cinema muto e teatro-canzone, come un piccolo ma sentito show, per parlare di una vita enfaticamente sfarzosa, dolcemente dolorosa».

Via IlNapoli

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