Nata per opera di Alessandro Farnese, che fu papa col nome di Paolo III, venne formata nel Sedicesimo secolo per la passione del cardinale per l'arte romana, grazie all'acquisto di collezioni come quelle della famiglia Sassi e di Bernardino Fabio, alla confisca di altre (come accadde con la famiglia Colonna) e a donazioni (Cesi).
In più si ingrandì anche grazie al commercio antiquario e, soprattutto, per i tanti rinvenimenti da scavi promossi a Roma per la risistemazione urbanistica della città, oltre che per abbellire il nascente Palazzo Farnese, dove lo stesso Michelangelo nel 1546 provvide al progetto di scenografie idonee ad accogliere i capolavori antichi venuti via via alla luce. Dopo una serie di passaggi di proprietà travagliati, la Collezione arrivò poi ai Borbone, arrivando nel Golfo da Parma, dove erastata spostata.
Il riordino espositivo odierno è frutto di un lungo lavoro di studio e ricerca scientifica eseguito dalla Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli. Comprende anche il lavoro di restauro e di pulitura delle sculture, nonchè una nuova ricerca su documenti d’archivio, alcuni inediti, e sulle testimonianze grafiche, disegni dal Cinquecento in poi, che insieme ai documenti chiariscono i meccanismi di recupero e di acquisizione delle statue e dei gruppi scultorei insieme con i passaggi di proprietà e di collocazione della celebre collezione. Certo è che i visitatori, cittadini o turisti, non hanno mai potuto vedere tutta la collezione nella sua magnificenza, e nemmeno il "pontefice collezionista" potè apprezzarla come capiterà da domani. All'editrice Electa è toccato il primo catalogo scientifico della Farnese, che sarà disponibile in vendita parallelamente all'inaugurazione della grande mostra.
L’evento è cofinanziato dalla Regione Campania, assessorato al Turismo e assessorato ai Beni Culturali.
Via | Il Napoli 1/10/09
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