La scena senza Giuffrè: muore a Roma il discepolo di Eduardo

La guerra è finita». Quella voce, la voce che annunciò dai microfoni della Rai di via Asiago la fine del secondo conflitto mondiale, era la sua.

Era di Aldo Giuffré, che da ieri non ha più voce né parole da recitare sul palcoscenico. L'attore è morto sabato sera all’ospedale San Filippo Neri di Roma, dove era stato ricoverato per una peritonite; aveva compiuto 86 anni il 10 aprile scorso ed era malato da tempo.

E' morta l'altra mia metà sul palcoscenico - ha detto ieri distrutto dal dolore il fratello Carlo, anch'egli attore -  lo chiamavo nella camera mortuaria ma lui non mi rispondeva più.

Aveva ancora tutti i capelli neri, non una ruga e quel suo bel faccione». «Con lui - dice Luca De Filippo, figlio del grande Eduardo che Giuffré riconobbe sempre come suo unico e insuperato maestro - se ne va un altro pezzo fondamentale di quella generazione di uomini di teatro, che ancora oggi restano il riferimento costante per noi che facciamo teatro».

Nonostante un’operazione alla gola che non gli impedì di continuare pervicacemente in un'ars recitandi tutta partenopea, Giuffré fu attore poliedrico e attivissimo, al cinema, in tv e in teatro, dove aveva mosso i primi passi con il fratello Carlo nella compagnia di Eduardo De Filippo.

Negli anni Settanta si era dedicato stabilmente alla tv partecipando a diversi sceneggiati e al cinema, dove aveva esordito nel 1948 in Assunta Spina di Mario Mattioli.

Versatilità e mestiere gli permisero di passare dalla commedia alla tragedia classica (fu Macduff in "Macbeth"), dal dramma moderno a quello in costume allo spaghetti-western (era il capitano nordista de Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone).


Al cinema fu precipuamente caratterista comico in Ieri, Oggi e Domani di Vittorio De Sica e in alcune  ommedie sexy degli anni Settanta, in Scugnizzi di Nanni Loi.

Attore ma non solo, anche doppiatore;  professionista dalla carriera ultra cinquantennale, Giuffré era nato a Napoli  nel 1924 ed era sposato  con l’attrice Liana Trouchè.

Il debutto teatrale fu nel 1942 con la compagnia di Eduardo De Filippo, che sarebbe rimasto per lui «il primo e l’unico maestro».

«Con Aldo Giuffré scompare un gigante assoluto del  teatro italiano - ha detto Ombretta Colli, senatrice del Pdl - il suo innato talento e la sua applicazione resteranno per sempre una straordinaria testimonianza per le nuove generazioni su come si svolge il difficile mestiere di attore».

Anche Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio alla famiglia ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di una «figura di rilievo della scuola teatrale napoletana e personalità di particolare simpatia e grande correttezza nella vita pubblica e privata».

Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha ricordato il Giuffré maschera e personaggio nel senso pirandelliano del termine, dai mille  volti e dalle «infinite espressioni. Mi addolora sinceramente la notizia della morte di Aldo Giuffré -  ha detto -  una maschera che abbiamo avuto modo di conoscere al meglio sul palcoscenico, la sua grande passione. Se  n'è andato - ha concluso - un interprete straordinario del nostro teatro classico che è stato molto amato nel nostro paese. Al fratello Carlo ed ai familiari tutti va l’abbraccio sincero e commosso della Città di Napoli».



Via ilNApoli (G.P.)

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