Chi è più felice di Eduardo - a 25 anni dalla scomparsa così lo ricorda il teatro Bracco

L'uomo diventa mito, il mito diventa leggenda. In 25 anni dalla scomparsa (Roma, 31 ottobre 1984), Eduardo De Filippo si è guadagnato il posto tra gli dei dell'Olimpo teatrale e per l'occasione il Bracco omaggia l'artista (il 4 marzo alle 21) con una delle commedie più rappresentative: “Chi e' cchiu'felice e me!”, con Gigi Savoia e Giovanna Rei per la regia di G. Savoia.

Commedia in due atti scritta da Eduardo De Filippo nel 1929 e messa in scena nel 1933 con la compagnia Il Teatro umoristico (I De Filippo).
Questa commedia che appartiene alla Cantata dei giorni pari (le opere teatrali di Eduardo composte prima della II guerra mondiale) fu firmata da Eduardo con lo pseudonimo di Molise e si rifà ai temi tradizionali del teatro dialettale napoletano dove è più evidente l’influsso di Eduardo Scarpetta.


Vincenzo, un piccolo possidente, cerca di evitare tutto ciò che può disturbare la sua quiete e si ritiene perciò l’uomo più felice del mondo. 
Ma le disgrazie gli arrivano proprio in casa: il giovane Riccardo, dopo aver ferito un creditore in una rissa, si rifugia in casa sua, costringendo Vincenzo sotto la minaccia della pistola, a negarne la presenza ai carabinieri. 
Sono trascorsi due mesi e Riccardo, oramai risolta la sua vertenza giudiziaria, continua a frequentare la casa di Vincenzo e a corteggiare la moglie Margherita, alimentando le maldicenze. 
Gli amici cercano di mettere in guardia Vincenzo e proprio quando questi sta per dimostrare la fedeltà della moglie Margherita Lei si getta tra le braccia di Riccardo.

Vincenzo disperato e sconvolto corre per la casa chiudendo porte e finestre per nascondere lo scandalo ai vicini accorsi per vedere cosa sta succedendo al non più felice marito. 
La commedia, l’ultima volta fu presentata, proprio 25 anni fa, poco prima della scomparsa di Eduardo De Filippo.
Il ruolo da protagonista in quella occasione, fu affidato a Luca De Filippo, il ruolo di Riccardo a Gigi Savoia, la regia dello spettacolo era di Eduardo De Filippo.

Lo spettacolo era al Teatro Diana di Napoli, quando nell’ottobre del 1984 giunse la notizia della scomparsa del Grande drammaturgo. Nel teatro italiano, la lezione di Eduardo resta imprescindibile non solo per quanto concerne la contemporanea drammaturgia napoletana (Annibale Ruccello ed Enzo Moscato) e tutta quella fascia di "spettacolarità" tra cinema-teatro-televisione che ha riconosciuto in Massimo Troisi il proprio campione; ma tracce dell'influenza di Eduardo si riconoscono anche in Dario Fo ed in tutta una serie di giovani "attautori" come Ascanio Celestini o di personalità che lavorano nell'ambito della "Ricerca"
(Gaetano Ventriglia)

Via IlNapoli

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