Enne, la melodia trova casa, a Chiaiano. 500 mq per gli artisti di sempre.


A Chiaiano nascerà un sito interattivo tutto dedicato alla musica napoletana, a settembre aprirà i battenti una struttura di 500 metri quadri per esaltare la magia degli artisti che fecero grande la città.

La melodia che ha proiettato una città, il suo spirito e i suoi artisti nella storia della musica mondiale, avrà il suo “scrigno” nella periferia Nord di Napoli, in una zona difficile, Chiaiano, che attende riscatto.
Lì nascerà “Enne”, il primo museo della canzone partenopea: un progetto socio-educativo a cura dell’Associazione Teatro stabile della canzone napoletana, che mira all’aggregazione in un territorio di frontiera in cui nascerà la struttura polifunzionale. Un'idea presentata ieri a Palazzo San Giacomo che già a febbraio del prossimo anno troverà prima espressione, attraverso i corsi di chitarra e mandolino e la bottega di liuteria, aperta gratuitamente per gli studenti.

Nella struttura polifunzionale di Chiaiano, più volte vandalizzata e oggi recuperata al territorio, si potrà approfondire la conoscenza individuale e collettiva della storia e della corretta interpretazione della canzone napoletana, attraverso un percorso multimediale di didattica e intrattenimento ideato in differenti blocchi. Punti-ascolto, light-box su interpreti e autori, videoproiezioni, mini documentari, scenografie interattive e auditorium. A pochi passi dalla fermata della Metropolitana collinare, in 8 sale complessive sarà realizzata entro settembre 2010 una strutturadi 500 metri quadrati.

A testimoniarlo, l’evento “Per Enne”, il concerto di ieri: sul palco, Peppe Napolitano e i Nuovi Cantori di Napoli, Moni Ovadia e Raiz, insieme per raccontare al pubblico il legame profondo tra la storia di Napoli, la sua identità culturale e la sua musica. "Siamo tutti Napoletani" dice Moni Ovadia che ieri ha partecipato alla presentazione del progetto - è un dono immenso partecipare a questo concerto che lancia un’iniziativa doverosa. Noi tutti siamo al servizio della canzone e io, che sono figlio del popolo, figlio di profughi bulgari che con i napoletani è cresciuto nella Milano degli anni Cinquanta, oggi mi sento più ricco. Peppe Napolitano è “pazzo” nell’aver pensato di realizzare un simile progetto. Ma era necessario. La canzone napoletana è il paradigma del mondo, e nonostante abbia una radice territoriale è un bene universale.

C'è l'appoggio delle istituzioni spiegano Nicola Oddati, assessore alla Cultura e Valeria Valente, assessore ai Grandi eventi: Gli enti pubblici daranno il massimo sostegno al progetto perchè è doveroso accompagnare l’associazione Teatro Stabile in questa missione non facile che esalta un esempio di cultura alta. La canzone è
il più grande patrimonio della città: è importante tutelarlo per le future generazioni con idee interattive. Oddati ribadisce il concetto: La canzone napoletana, sa essere l’ideale messaggero della nostra cultura.. efficace, diretta, anche semplice, ma indispensabile per capire le trasformazioni e le epoche del nostro territorio. Infine Corrado Gabriele, assessore regionale all'Educazione:
La canzone napoletana valorizza fatti concreti, eventi che Napoli ha vissuto e che in liriche e musiche vengono raccontati al mondo.

Via IlNapoli 3/12/09

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